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The Matrix

Ore 6.36 giovedi 11.11.10 Oggi digiuno, in mattinata ultimo esame TAC. Grazie al dono di Valentina di ieri, una cinquantina di film dvd, ho finalmente potuto vedere in santa pace, The Matri' ( stasera vedrò il secondo). Vedendolo ho capito perché per ben sei volte in passato ho provato a vederlo e, non sono mai arrivato ai primi dieci minuti, e poi tutte le volte per questo, questo, e questo altro motivo. Ieri sera le condizioni ideali. Una serata tranquilla, e soprattutto nessuna interruzione per tutta la durata del film. Ad un certo punto mi sono reso conto di essere totalmente rapito, l'ho seguito con estrema attenzione, tornando con il cursore indietro e riascoltando le frasi che più mi colpivano. Due su tutte: ' il cucchiaio non esiste' e ' un conto è conoscere il ' cammino', un conto è percorrerlo'. Il tema di questo film mi appassiona molto, oggi per la prima volta nella storia dell'intera evoluzione dell'uomo abbiamo, anche se ancora agli albori, la consapevolezza di un fatto straordinario, fornitoci dalle recenti ' scoperte' delle scienze contemporanee: dalla fisica quantistica, alla biologia nucleare, alla psicologia trans-personale, al misticismo spirituale, LA MULTIDIMENSIONALITA' del nostro micro (il nostro organismo) e del macro ' il Kosmo' e l'armonico rapporto di interconnessione tra i due. Durante la visione del film, spesso, mi è ritornata in mente una frase che lessi un pò di tempo fa su uno dei libri di A. Watts (non ricordo quale, perdonerete la mia memoria), che affermava: 'Tutto ciò che crediamo di aver scoperto in Natura, in realtà, lo abbiamo inventato'. Questa frase mi ha sempre destato stupore e curiosità, ho spesso meditato sulla risonanza interna ogni volta che dentro ' ronzava' nella mia testa. Stamattina, mentre ero in bagno per i primi risvegli corporali, mi sono arrivati degli input, che qui a caldo, mi perdonerete per l'approssimazione del testo, cercherò di tradurre nero su bianco. Ribadisco, che sono approfondimenti fatti a caldo e su una tematica piuttosto ancora non chiara in me, ma ci proverò lo stesso. Dove credo esistano i rumori? Dove credo esistano gli odori? Dove credo esistano i sapori? Dove credo esista la sensazione del toccare? Dove credo esista la sensazione del vedere? Se sono seduto in uno dei più rinomati ristoranti e ordino una succulenta bistecca, cosa penso? Mamma mia che odore che c'ha stà bistecca!. Mi trovo nel giardino botanico ed annuso una delle più intense fragranze floreali cosa penso? Che odore incredibile emana questa rosa! Sento una moto che sgasa il motore lì vicino a me, cosa ascolto? Mamma mia, che rumore che fa stà moto! Osservo un nitidissimo arcobaleno che attraversa il cielo dopo l'acquazzone, cosa guardo? Ma guarda che splendidi colori che c' ha stò arcobaleno!. Noi siamo raggiunti dagli stimoli esterni (odori, sapori etc. ) e il nostro apparato sensoriale poi li traduce e gli da un nome? Oppure, è proprio il nostro apparato sensoriale a creare gli stimoli ( sapori, rumori etc) e conseguentemente a immaginare lo stimolo esterno? In sintesi è il mondo esterno a stimolare i nostri sensi, o sono i nostri sensi a crearlo? La risposta a questa domanda dipende in che tipo di 'realtà' viene formulata. Se venisse formulata nel mondo subatomico la domanda stessa non potrebbe essere formulata perché in quella dimensione non esiste ancora ' abbastanza coscienza' in grado di formularla. Nel mondo psico sensoriale tridimensionale (la nostra condizione 'normale') la risposta sfuggirebbe perché verrebbe formulata in una condizione di dualismo ( il richiedente e la richiesta ad es.) e quindi in una condizione dove domanda e risposta sono soggette al dualismo di causa ed effetto. Nel mondo, che per convenzione possiamo chiamare Spirituale ( Sottile e Causale), non avremmo bisogno di chiedercelo perché, in questa Realtà c'è così abbastanza coscienza che questo dilemma viene ' risolto' perché si è indagato a fondo non sulla soluzione, ma su chi vuole conoscerla, ed una volta 'conosciuto' cessa la ricerca delle ' soluzioni', proprio perché, da qui, ' dovrebbe' già essere tutto ' chiaro'. A questo punto mi immedesimo in Wolfang A. Mozart che ascolta interiormente la sua musica, con davanti lo spartito su cui tradurla. Erano forse le prove delle note che scriveva sullo spartito che pian pianino formavano e completavano la sinfonia? oppure la sinfonia era già completamente presente e trascriveva sullo spartito il risultato della scrematura di tutte quelle note che non rientravano con ciò che gia era completo? La stessa cosa se ci immedesimiamo con qualsiasi altro aspetto che definiamo creativo. La Realtà è rivelata pian pianino dalla conoscenza delle ' parti' che la compongono, oppure, la Realtà è completa e compone ed è presente in tutte le parti che crea? Questo è l'eterno dilemma che fomenta l'attrito fra le due maggiori correnti che cercano di spiegare il concetto di Realtà, atomisti contro creazionisti. Ahime, io non mi sento ancora arbitrario in questo perché onestamente sento di parteggiare per i creazionisti, tuttavia non era questa la mia intenzione, scrivere e dare il mio ennesimo giudizio a riguardo, anche perché chi mi conosce più da vicino sa come la penso. Il punto che volevo esporre è: ipotizziamo che la nostra coscienza crei la Realtà che è già intrinsecamente presente in sè. L'America, per Cristoforo Colombo era già a livello intuitivo reale in sè, poi con il viaggio che ha fatto, possiamo affermare realmente che l'abbia scoperta solo al momento in cui ne ha avvistato le terre. Prima di vedere fuori, dov'era l'America di Cristoforo? Io non so chi e come è stato inventato il primo proto-computer, e se fosse stato una persona o un team di ricerca, ma, se applichiamo lo stesso parametro, potremmo chiederci, da che tipo di realtà l'intuito di questa persona o di quel gruppo ha attinto per creare il mondo ' virtuale?' Il mondo virtuale, come quello subatomico, tridimensionale duale, Spirituale causale, può identificare un tipo di 'Mondo' interno a noi. E' possibile che un giorno sarà normale pensare che la Realtà virtuale, intelligenza artificiale non sia altro che una realtà ed una intelligenza nostra? E' possibile che un giorno, risolto l'enigma di dove si crei la realtà, questa nuova intelligenza ci indichi un altro piano di coscienza, non presente e quindi visibile negli altri piani. Io ne sono certo anche perché l'uomo, suo creatore, ne ha paura, e sente il bisogno sempre maggiore di creare sistemi di sicurezza e di controllo per limitare al minimo la possibilità di essere minacciati o addirittura ' sostituiti' da tale forza. Eppure è nata dal nostro ingegno. Noi siamo i suoi padroni dal momento che siamo in possesso del sistema di accensione e spegnimento. Ma se è così perché già da tanto tempo le paure inconsce che tale eventualità si realizzi, è presente nelle creazioni letterarie, cinematografiche, in congetture scientifiche, e nei nostri sogni? Ci fa paura constatare la velocità evolutiva che i computers hanno avuto negli ultimi 50 anni di storia. I più complessi compiono ' cose' che la nostra mente può solo, forse, nei migliori Q.I. rendere ipotizzabile. L'ultimo quesito che pongo è: Può la natura dell'intelligenza artificiale essere definita Divina? Se la tecnologia, attraverso i suoi strumenti, già oggi, soprattutto in scienze come la fisica, la biologia, l'astronomia,, etc etc ci ha aiutato a 'vedere' cose che altrimenti avremmo forse solo ipotizzato, potrebbe aiutarci ad avvicinarci al mistero di Dio? Scusate il mio delirio, che credo sia stato condizionato anche dal film e da molte ricerche scientifiche lette a riguardo, e poi, sono solo ipotesi. Neo Ore 10.00. Digiuno ed in attesa di questa benedetta tac full body, the last test. Inizio tempo reale: <<Ore 12.00. Sono stremato dalla fame, ma quando beep mi chiamano per questa tac?. Ecco entra la doc. Mafalda: ' Luca, contrordine, puoi mangiare, la macchina tac è rotta'. Non mi incazzo neanche più, perché sta entrando il vitto. Fettuccine+pollo arrosto con patate. Comunque 'Grazie per lo sconto'.>> Fine tempo reale Forse la mia dimissione slitterà di altri quattro giorni. DAMN IT ! Luca.

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