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Un viaggio alla terza

Un viaggio alla terza Mercoledì 27 ottobre 2010 ore 15.22 Ieri mi ero congedato con la buonanotte e così stava succedendo, mi infilo sotto le coperte, pronto per dormire. D'un tratto sento Igor che cerca di spiegare la trasformazione di una stella in un buco nero al generale, e siccome il racconto era pieno di inesattezze, ho ritenuto opportuno tirarmi fuori dal letto e guadagnare il corridoio. Prendo la parola e comincia il divertimento. <<<0re 15.28>>> inizio tempo reale. Ecco che entra il nuovo Doomer che prende il letto del buon Igor. Si chiama Vito, capelli alla Ingrassia, baffi alla Ingrassia, fisico alla Ingrassia, e perciò lo chiameremo 'Ciiiccioooo'. <<<fine tempo reale>>>. Ma torniamo a ieri sera. Straordinaria conversazione con il Generale e Igor. Chiacchierata durata fino alle 24.00. I punti toccati. 1. La concezione dello spazio di Einstein da quello della meccanica quantistica a quello delle superstringhe. 2. Warmholes e universi paralleli 3. Le quattro forze che regolano il cosmo 4. Creazione e Creatore Abbiamo proprio 'viaggiato', è stato un immenso piacere avere due interlocutori così diversi e così stimolanti. Il Generale: un ascoltatore attento e umile, formula veramente domande intelligenti ed è affascinato anche lui dai misteri dell'universo fisico. Igor di contro punzecchiandomi con domanda 'furbe' mi spingeva nell'essere ancora più chiaro e semplice. Il mio stupore è stato nel percepire in me assenza di quel modo di fare che mi spinge sempre a lasciare poco spazio agli altri. Ieri sera c'era una sinergia, una democrazia in me dentro e fuori che me l'ha fatta proprio gustare. Serata da 10 e lode. Thank you Doomers Ora torniamo ad oggi , mi alzo alle quattro, giornata ricca di impegni. In mattinata viaggio al Fate bene Fratelli per la risonanza. Digiuno, verso le sette passa la colazione, ho una fame che mi rende come una tigre in gabbia. Cammino freneticamente avanti e indietro nella mia stanza, cresce la tensione con il passar del tempo, sono le 9.15 e sono ancora qui, questo vuol dire ritorno alle 14.00 se tutto va bene, mi incazzo leggermente, anche pensando alla risonanza che, mi hanno detto, assolutamente non dolorosa, ma fastidiosa e lunga. Alle 9.45 arriva la portantina rumena, molto gentile. Saliamo sull'ambulanza, sirena e via. Arriviamo alle 10.45. Entro, e per poco mi prende un colpo. Dalla relativa quiete dell'ospedale di Bracciano, al caos estremo del F.B.F. . Volevo chiedere all'infermiere se per caso non ci eravamo sbagliati e ci trovavamo sul set del film 'Blade Runner 2'. I metri quadrati disponibili erano saturi come gli autobus indiani. Tutti dottori e infermieri. Credo che il rapporto pazienti e personale medico in quel momento, in quel reparto era di 5 medici a 1 paziente e nonostante ciò erano in ritardo sugli appuntamenti. Una coppia di medici che parlava intensamente di imbarcazioni; infermieri che confrontavano la loro colazione del mattino; medici che chiamavano altri medici che non rispondevano con conseguenti sproloqui e madonne; il centralinista lontano dal telefono che squillava e quando un paziente gli ha fatto notare la cosa e lui gli ha risposto 'non si preoccupi è tutto sotto controllo'. Medici che qualsiasi cosa chiedessero agli infermieri le risposte erano molteplici ma tutte rivolte al 'E' finito Dottò!!'. Ero stupe 'FATTO'. Finalmente mi chiama il tecnico, mi giro, e cavolo è il sosia di Simone l'e' di Valentina (Valentì se vuoi riprovare con un Simone altro da sè fatte un giro a radiologia del F.B.F). La sua energia mi ha rassicurato. Entro nella stanza, mi svesto e mi adagio sulla 'capsula inserto stargate' (ecco la mia nuova definizione per il lettino delle risonanze). Mi adagio, le solite cuffie ed un casco con una rete metallica che mi fa pensare al film anni settanta 'rollerball'. Ore 11.25. Il carrello si muove, passo nello stargate e via. Chiudo gli occhi e il movimento del carrello, la conformazione del tubo mi fanno pensare a quel film (forse Alien) dove si ibernavano in quelle specie di cassetti/bara che estraevano e che fumavano per la temperatura bassa per l'ibernazione. Cominciano i suoni, incredibili, come avere una cantina dove sta provando una band hardcore, che sperimenta cover di Zappa. Respiro lievemente e profondamente con il naso, pian pianino sento diventare solo quel suono e sono caduto in uno stato di samadi profondo, privo di qualsiasi riferimento spirito-psico-sensoriale, assenza di visioni, pensieri, emozioni. E non era sonno perché sono stato sempre e solo suono. Non mi accorgo nemmeno che il carrello sta tirando fuori la capsula, d'un tratto il terrore. Sento delle cose fredde che mi prendono il braccio, SDRANGH, nel corpo, un brusco sussulto ed una sensazione di vertigine che scorreva lungo tutta la mia spina dorsale. E' finita. Noooo, è solo il tecnico che mi spara il liquido di contrasto. Il carrello si rimuove indietro e ariiviia si rientra. Questa volta, mi addormento proprio profondamente, non sentivo più neanche i suoni. Il carrello si muove avanti e questa volta è finita per davvero. Ore 12.35. Cavolo un'ora abbondante. Mi rivesto e esco dalla calma dello studio e'.. Blade runner again, mentre aspettavo l'ambulanza mi immaginavo di vedere ' i replicanti' che avevano segretamente, nella nottata, preso il posto di tutti i dottori dell'ospedale e che le analisi che facevano ai pazienti ignari, non fossero altro che esperimenti transumani che miravano a scandagliare e a scambiare le parti del corpo di cui loro necessitavano con dei surrogati creati da loro, al fine di renderli malati continuamente. Alla fine entro in scena io che camuffato tra loro, scopro come riconoscere ed annientare i replicanti e salvare i pazienti. Avevo intuito che la specie di tessuto artificiale che simulava la loro epidermide, si liquefaceva al solo sentire la canzone 'ROSSO RELATIVO' di T. Ferro. Ah AAAhhhhhAAAAhhhhhhhh. Che dite, può essere l'effetto collaterale del liquido di contrasto? Mi sento proprio strano. Arriva l'ambulanza e meno male che al volante ci ritrovo Alfonso, vi ricordate il pilota che aveva voluto fermarsi all'officina Lancia? Si vola!!! eccomi già al Dome. Entro e trovo, me lo aspettavo, il Dome è semivuoto. Igor via, Er Cayella via, e per fortuna ritrovo ancora er Sordi in procinto di andarsene. Un saluto, ci abbracciamo e ci commuoviamo, siamo stati bene. Ciao Sordi. Nel giro di un' ora, però, siamo di nuovo pieni. Tre new entry; Ingrassia, un altro ragazzo che già conoscevo perché era ricoverato in una delle stanze da due con cui noi avevamo gia fatto amicizia, sofferente di una condizione epatica non tanto per la quale, e in più, udite udite, con un semplice starnuto si è riuscito ad incrinare nove costole. Capo macchine in una società edile, mi confessa il largo uso di alcool e di coca. Perciò per noi sarà 'Mister Bolivia', anche per la sua dichiarata passione per i balli latino americani. Ultimo, un signore di una sessantina con grave insufficienza renale. Personaggio ancora tutto da scoprire. Arriva la cena, bye bye for now. See you later. Finita la cena arrivano quei rompi'..dei parenti in visita. Musi lunghi, scocciati, trafelati. Rarissimi i gesti d'amore. Mi dispiace ammetterlo ma per la stragrande maggioranza delle persone, dei propri cari malati, non gliene frega proprio niente. La loro maggiore paura è la dimissione, riportarseli a casa è l'ultima preoccupazione. Quando rimangono soli, i cari parenti fanno delle romanzine, basate essenzialmente sulla minaccia velata, un ammonimento affinché il comportamento dei loro cari non rechi nessun tipo di problema. A volte, la cosa più triste, è che sembrano manipolarli pure sui sintomi di ripresa: 'Ma no Papà, tu adesso non devi pensare a niente, ti devi rilassare e avere pazienza. Tanto hai visto che noi siamo sempre qui?' All'uscita i cari rimasti, li vedi giacere sul letto, tristi e depressi, con lo sguardo fisso al soffitto. Credo che per alcuni la visita costituisca uno dei maggiori fattori di peggioramento (se è vero, e lo è, che psiche e soma sono in continuo e reciproco contatto, pensate che bordate). Ore 19.33 le visite se ne vanno e ci si prepara per la solita routine serale, routine, completamente stravolta dall'imbarazzo che si crea in un gruppo nuovo. Ce tocca ricominciare tutto da capo, ma il bello è proprio quello. Ci si vede domani. Un particolare caloroso abbraccio di cuore a quel Santo che fa capo con il nome di Paolo Prince of Persia. Al mio ritorno in ospedale da Roma, mi ha fatto trovare una bella e buona crostata. Che la forza sia con te Paoletto, un mondo d'amore. Luke

Mercoledì 27 ottobre 2010

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