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Eutanasia d'amore

E' complesso raccontare gli ultimi tre mesi di vita di papà.. Nei tre mesi che è stato ricoverato ha rischiato di morire due volte, è stato in terapia intensiva, non riusciva più a camminare.. eppure questa esperienza lo aveva completamente trasformato, si era 'addolcito'.. Io andavo a trovarlo la mattina prima di iniziare a lavorare e poi prima di andare via.. con me c'era sempre mamma che mai lo ha lasciato solo.. Quel contatto fisico ( lo lavavo, gli facevo la barba, mi ha visto piangere per lui, gli ho detto tante volte che gli volevo bene tenendogli la mano..) mi ha permesso di ri-appropriarmi di quella relazione interrotta tanti anni prima..la tensione che sentivo sempre quando ero con lui era improvvisamente sparita e aveva lasciato posto ad una serenità e ad una tranquillità che sapevo far bene ad entrambi. Papà era un paziente modello: tutto il reparto era sempre gentile e disponibile con lui e quando siamo andati via alcuni infermieri si sono commossi e complimentati perché era stato un personaggio simpatico che aveva alleggerito il loro stare lì ( spesso a casa riceveva telefonate da infermieri e pazienti che erano stati accanto a lui..). Insomma papà stava facendo, secondo me, un percorso spirituale di accoglienza della morte. Ha intuito che era arrivato il momento e si è permesso, il quel dolore sia fisico che emotivo, di fare pace dentro e fuori di sé. Mi ha raccontato delle sue peek-esperience (esperienze di picco) sperimentate in stati modificati di coscienza nel periodo post operatorio, coma, terapia intensiva ecc.. Mi diceva:'le racconto solo a te perché tu mi capisci e mi credi altrimenti lo so che mi pigliano per matto!! “ . Papà riuscito a dirmi ciò che pensava di me ( a mia madre un giorno disse: 'Dovevo venire in ospedale per capire chi è Jole!) e a lasciarsi andare senza indossare il suo abito da duro..ormai diventato troppo stretto. Era come se alleggerire il suo peso corporeo coincidesse con un togliere 'strati' a quella pelliccia di 'orso' che si era costruito negli anni. E così ha fatto sia con i miei fratelli sia con mia madre che proprio non voleva accettare neanche l'idea che papà potesse andarsene presto. La sera che siamo rientrati a casa ( abbiamo aspettato 10 ore il primario che doveva darci l'ok per le dimissioni che era in sala operatoria) alle 21.30 quando papà ha varcato la soglia (dove lo attendevano mia madre e mio fratello Maurizio) mi ricordo che disse :' E' permesso??!'. Così allora, (e mi commuovo ancora adesso a quel ricordo) ci abbracciammo tutti e quattro e piangemmo di gioia e dolore, commozione e amore. Papà era tornato a casa! Ovviamente sapevamo tutti (papà per primo) che non ci sarebbero stati notevoli miglioramenti e così, dopo un mese e mezzo di prove e tentativi, papà ci obbligò a non rompergli più le scatole, a non pressarlo più ( ormai non mangiava quasi più nulla e trascorreva ore e ore a letto in silenzio e in solitudine), a lasciare che il corpo facesse il suo corso, in fondo non soffriva molto ( ho potuto constatare che il non accanimento terapeutico permette di sentire meno i dolori..papà non si lamentava quasi mai e non ha mai voluto prendere medicine..), e stare a letto in silenzio era per lui un notevole conforto. Nel frattempo noi ci eravamo trasferiti tutti ad Anguillara, iniziava la stagione estiva a Luna Rossa: lo stabilimento, il bar, i bambini.. Tra l'altro, prima di iniziare la stagione.. ci fu un incendio alla casetta di legno dove era custodito tutto il materiale: canoe, tavoli, sedie, salvagenti ecc.. La solidarietà della gente, la nostra determinazione a voler continuare sapendo che ci stavamo e stavamo facendo del bene proponendo il nostro modo di essere 'Luna Rossa', ci ha fatto risistemare tutto in poco tempo e ci ha permesso di ripartire con più entusiasmo e passione di prima. L'atteggiamento di papà ha creato in ognuno di noi una sorta di accettazione-accoglienza di quanto stava accadendo. Non ci sono stati mai tra noi fratelli e tra noi e mamma decisioni non concordanti su quanto si doveva offrire a papà: era come se lui ci guidasse ad accettare 'il grande evento', come lo chiamava , come un atto naturale e spontaneo, necessario per natura ( ci diceva sempre: 'come posso essere io questo qui? Come fate a dirmi che mi volete bene se volete che io stia cosi?!'). Papà ci ha aiutati tutti a lasciarlo andare con amore! 23 luglio 2005 ore 4,30 Per una serie di incredibili sincronicità quella notte tutti e tre (io, R. e Maurizio, che tra l'altro aveva avuto un brutto incidente in vespa e aveva una spalla rotta con un chiodo che non gli permetteva di muoversi e lo faceva soffrire molto ) stavamo dormendo a casa dei miei. Mamma ci chiamò alle 2.30, quando intuì che papà stava morendo. Siamo stati tutti lì, accanto a lui che continuava a respirare come quando si fa rebirthing ( inspirazione ed espirazioni profonde e lunghe senza interruzioni). Mi ricordo che sono stata a gambe incrociate sul letto accanto a lui, tenendogli la mano e respirando seguendo il suo ritmo, facendo anch'io reb, e quindi in uno stato modificato di coscienza, in cui 'sentivo' solo che dovevo lasciare andare l'anima di papà e che quello che osservavo era solo un corpo che stava andando per le inevitabili leggi della materia. Gli dicevo sottovoce che gli volevo bene, che eravamo tutti lì per lui e che stava morendo nel letto della sua casa in mezzo alle persone che amava e che lo amavano di più'. Alle 4.30.. due lunghi respiri' 'se ne va!' ci dice mamma..e poi una lunga espirazione. Ci abbracciammo tutti e tre piangendo e in quell'abbraccio, oltre a 'sentire' quanto amore provavo per mamma, Maurizio e R. ho 'sentito' quanto papà era lì e sarebbe stato lì.. per sempre in ognuno di noi. Era un sabato, il giorno dopo alle 9.00 ci fu il funerale: senza fiori e con una commemorazione semplice e sobria, come richiestoci proprio da lui quando era ancora in vita. Oggi papà è ancora con noi, nei ricordi e negli aneddoti che ci raccontiamo quando stiamo insieme. Ovviamente a mamma manca.. ma anche lei non si è depressa.. è sempre in attività e si sperimenta in nuove occasioni di vita. La Verità, la Semplicità e l'Amore che papà ci ha trasmesso, attraverso la sua morte, hanno rinnovato il senso e il significato della vita di tutti noi. Anche oggi scrivendo e ricordando tutto quanto ho scritto non posso proprio dire che papà non c'è più' e che mi manca. Grazie papà!!!!!!!!

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